5.04.2010



“...E la verità consiste precisamente in quest'avventura, scegliere l'oggettivamente incerto con la passione dell'infinità”. Scegliere l'oggettivamente incerto con la passione dell'infinità. Incerto, passione. Infinità. Ancora niente, forse è meglio che me ne torni a dormire. Infinità. Osare perdere, osare l'impossibile, osare la confusione. Ci si può solo perdere. Qua vado a finir male, mi devo calmare. Però non è questione di romanticismo. E' che vivo ancora dentro la mia bolla, dove la rivoluzione si fa tra un caffè e l'altro, alla macchinetta. Però però. Questa cosa che sento qui, preme sul mio petto. Se solo lei arrivasse, ora, e sentisse. Le dirò del sogno, degli sportelli che bruciano e tutto il resto... Se ne stava seduto al bar della stazione, con la testa ficcata tra le pagine di un libro. Ogni due o tre minuti alzava furiosamente gli occhi in direzione del tabellone degli arrivi, sperando che apparisse il numero del binario. Non si era mai fidato così tanto delle sensazioni. Procedeva per intuizioni folgoranti sulla base delle quali era in grado di stravolgere l'intero piano della sua esistenza. Aspettava dei segni, li cercava assetato di situazioni viscerali. Per il resto non aveva alcuno scopo, se non quello di cercare di non dare troppo nell'occhio a chi giudicava esternamente le sue azioni.